Insegnare ad accettare il "no"
- bebbebm7
- 24 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Il percorso per accettare il " no" è un percorso lungo, che inizia verso la fine dei due anni e non finisce mai. Se ci pensiamo, anche noi oggi facciamo fatica ad accettare alcuni "no", certo sono diversi da quelli dei bambini, ma il concetto è lo stesso: alla base c'è un bisogno o desiderio che viene rifiutato, quindi un'emozione negativa.
Quello che si può fare quindi è imparare ad accogliere l'emozione negativa e gestirla. Vediamo come.
Innanzitutto prima di dire no ai nostri figli dobbiamo chiederci: questo no che sto per dirgli ha un senso o è un no che mi è stato tramandato dall'educazione che ho ricevuto?
Questa è una domanda fondamentale, poichè tutti noi ci portiamo sulle spalle un bagaglio emotivo ed educativo che era dei nostri genitori, che a loro volta avevano sulle spalle quello dei nonni e cosi via.
Non che la loro educazione sia stata sbagliata, ma le generazioni e il mondo cambiano ogni giorno e quello che poteva essere corretto un tempo può non esserlo più!
Dunque il cammino per l'accettazione del no parte in primis da noi per arrivare poi al bambino.

Una volta che ci siamo posti la domanda, possiamo passare alla "pratica".
Il sistema nervoso dei bambini raggiunge il completo sviluppo delle abilità di base verso i 3 anni, questo significa che almeno fino ai sei anni le emozioni negative verranno da loro gestite con possibili crisi, chi più chi meno (ricordiamoci che ogni bambino è diverso!). Quello che possiamo fare è limitare queste crisi. Ma come?
Il no deve avere un senso logico, ovvero deve essere spiegato. Spiegare perchè quella cosa non si può fare aiuta i bambini a capire, perchè c'è una conseguenza reale a quel no. Ad esempio se un bambino vuole toccare la fiamma della candela, potete dirgli di no perchè brucia e si potrebbe fare male, ma se non serve a fermarlo potete dirgli di avvicinare la mano piano piano e sentire il calore che arriva, state tranquilli che leverà da solo la mano, proprio perchè la sensazione di calore e quindi di pericolo arriva anche a loro. Dunque la famosa risposta "perchè no" o " perchè io dico di no" è una risposta che non serve a molto, se non a generare crisi.
Un altro metodo è quello di anticipare al bambino le "regole": se stiamo andando al parco, si può dire che si starà fuori una o due ore e quando si avvicina l'ora di andare via, iniziare a dirgli che tra dieci minuti si va; sicuramente vi chiederà di rimanere altri cinque minuti e va bene così, ma alla seconda richiesta di rimanere altro tempo si può far presente che avevamo già detto di si alla prima e che ora è proprio ora di andare e che ci torneremo.
Oppure per gestire le richieste di giochi nuovi o di caramelle si può dire che hanno a disposizione uno o due regalini alla settimana ( poi ognuno si regola sulle proprie disponibilità economiche), in modo tale che siano loro a scegliere e che abbiano chiaro che c'è un limite, che a volte si può superare e a volte no.
Poi ogni bambino è diverso, e ogni caso va esaminato a sè, perchè questi consigli possono andare bene per qualcuno ma per qualcun altro no.
Se hai dubbi o domande non esitare a contattarmi, sarò ben felice di poterti rispondere!
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